Il progetto è determinato dall’archetipo della casa, naïve, con il tetto e il camino. Su questa immagine elementare interviene il luogo, inteso come dato strutturale del centro storico di Cagli, città papale pianificata nel 1289 sull’impianto di un castrum romano, dove i tracciati viari longitudinali definiscono tipi edilizi a schiera e a corte organizzati da percorsi trasversali.
Questo dato tipologico, presente nella memoria degli abitanti come spazio e modalità di accesso alla casa, si ritrova nel progetto come organizzazione del piano terreno, aperto all’aria ed alla luce sui due fronti, in coincidenza del percorso pedonale e dell’accesso carrabile. Nonostante la forte articolazione volumetrica, prevale, come nelle antiche vie del centro, la quinta edilizia delle facciate nel rapporto tra i grandi portali e la bucatura ritmata della parete. L’impianto si articola in tre edifici disposti a raggiera, quello centrale sull’asse eliotermico, determinando l’apertura degli affacci verso la valle, la definizione degli spazi attrezzati per la sosta e il gioco dei bambini, una ridotta introspezione tra gli alloggi.
La scelta del tipo in linea e dell’assetto distributivo, unito all’articolazione dei volumi, dà luogo ad una aggregazione di moduli che, nel rispetto dell’andamento orografico, consentono l’ottimizzazione della superficie utile e l’assortimento dimensionale degli alloggi, l’illuminazione diretta e la ventilazione naturale dei servizi, una buona dotazione di logge e di spazi esterni.